lacerazione della cute e spesso degli strati sottostanti; a volte accompagnata da contusione (ferita lacero-contusa). Ha caratteristiche differenti a seconda del corpo che l’ha provocata. Nelle ferite da punta (per esempio, provocate da punteruoli, aghi) prevale la profondità; se la punta è smussata (per esempio, un legno appuntito) sono presenti anche contusioni. Le ferite da taglio hanno lunghezza prevalente e margini netti: la disposizione indica la direzione del colpo. Le ferite da punta e taglio insieme (inferte con coltelli) sommano alcuni dei suddetti caratteri e hanno in genere esiti gravi, per la profondità che raggiungono. Le ferite da fendente (per esempio, asce, mannaie) sono simili a quelle da taglio, con l’aggiunta di contusioni. Il medico legale identifica l’arma del delitto e le circostanze dell’esecuzione sulla base delle differenze suesposte. Nei casi accidentali, invece, le ferite non hanno direzione e caratteri specifici: compito del medico è verificare la congruenza delle lesioni con il resoconto dell’evento.