processo infiammatorio delle gengive. Sono stati individuati svariati fattori responsabili: fatti irritativi locali (carie, tartaro, apparecchi protesici, scarsa o eccessiva pulizia dei denti, abuso di tabacco o di droghe, traumi ecc.); disfunzioni endocrine anche a carattere ereditario; malattie generali e gravidanza; alterazioni del ricambio; uso di barbiturici e di difenilidantoina per la terapia delle epilessie. Le gengiviti sono classificate in: gengivite marginale, limitata al margine; gengivite desquamativa, perlopiù associata a lesioni dermatologiche; gengivite ormonale, a carattere transitorio, che insorge nella femmina durante il periodo puberale, il ciclo mestruale o la gravidanza; gengiviti ipertrofiche. Sintomi comuni a tutte le forme di gengiviti sono: tumefazione e iperemia del tessuto gengivale, dapprima limitate alle papille interdentali, in seguito estese a larghi tratti di gengiva; emorragie spontanee; fibromatosi della gengiva. Tra le complicazioni più frequenti sono l’infezione acuta da flora batterica del cavo orale e disturbi della masticazione. La terapia può essere medica o chirurgica. La terapia medica utilizza, a seconda del fattore eziopatogenetico, ormoni, vitamina C, preparati a base di bismuto, clorexidina, uniti a una corretta igiene orale. Se il processo è più avanzato e il margine gengivale è già in evoluzione fibrosa, è indicato l’intervento chirurgico, con asportazione totale della gengiva proliferata.