alterazione della struttura e della funzione dei glomeruli renali, per aumento della loro permeabilità, tale da determinare una perdita continua di proteine del sangue (principalmente albumina) con l’urina, e la ritenzione di acqua. Numerose sono le glomerulopatie in grado di provocare glomerulonefrosi (detta anche sindrome nefrosica), sia primitive che secondarie. Il tratto distintivo comune a tutte è la manifestazione clinica, caratterizzata dalla presenza di edemi, cioè del gonfiore dovuto all’imbibimento dei tessuti da parte dell’acqua. Gli edemi (dovuti all’ipoalbuminemia) possono essere anche vistosi: al mattino, sono più evidenti al volto e in particolare nelle zone attorno agli occhi; alla sera, a livello delle gambe e soprattutto delle caviglie; nel paziente allettato, gli edemi si raccolgono prevalentemente in zona presacrale. L’esame delle urine rivela proteinuria (soprattutto albuminuria) e nel sangue è presente ipoalbuminemia: si determina, collateralmente, un quadro ipovolemico dagli effetti fisiologici complessi. L’evoluzione e la prognosi dipendono dalla malattia fondamentale, con possibilità di guarigione completa o di evoluzione progressiva verso l’insufficienza renale cronica. La terapia si basa su norme dietetiche quali la riduzione dell’apporto di sale con gli alimenti e la somministrazione di diuretici a dosi moderate. Alla perdita delle proteine del sangue si sopperisce con la iniezione endovena di plasma e albumina.