insonnia


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    (o iposonnia), disturbo dovuto a diminuzione della durata del sonno e della sua capacità ristoratrice, con ripercussioni, più o meno gravi, sullo stato di benessere e di efficienza dell’individuo, che ha la sensazione di riposo insufficiente.

     

    Tipi di insonnia

    Vi sono insonnie transitorie che tutti possono provare nella vita, se si creano situazioni di stress, di disturbo ambientale, malattie acute, dolore o cambiamento di fuso orario. In alcuni casi l’insonnia può essere un effetto secondario di alcuni farmaci (per esempio, cortisonici, anoressizzanti), e paradossalmente anche dell’uso cronico di sedativi o di ipnotici (benzodiazepine, barbiturici ecc.). Anche l’uso di droghe e l’abuso cronico di alcol può produrre insonnia. Nelle insonnie persistenti, di lunga durata, si possono rintracciare spunti di depressione di tipo reattivo o endogeno, disturbi psichiatrici di diverso tipo o malattie fisiche (per esempio ulcera peptica, ernia iatale, dolori artrosici). La sindrome da periodo di sonno ritardato è tipica dell’età adulta e affligge alcuni soggetti che si accorgono, nel corso degli anni, che il momento di addormentamento è spostato progressivamente più avanti nella notte, senza possibilità di anticiparlo. Questi soggetti, se il mattino seguente possono dormire ininterrottamente, presentano un sonno normale per qualità e durata. Vi sono poi soggetti con sonno fisiologico breve, per cui è riposante un periodo di sonno di 3/5 ore. Si parla di insonnia iniziale, quando vi è difficoltà ad addormentarsi; centrale, quando è disturbata la continuità del sonno con frequenti risvegli; terminale, quando il risveglio è precoce.

     

    Apnea morfeica e mioclono notturno

    Cause di insonnia possono essere, inoltre, l’apnea morfeica (blocco del respiro nel sonno) e il mioclono (contrazioni muscolari involontarie) notturno. L’apnea morfeica è caratterizzata da notevole sonnolenza diurna ed è diagnosticabile solo con l’osservazione del paziente durante il sonno o con la registrazione di tracciati polisonnografici in cui si evidenzia la presenza di brevi periodi di apnea che terminano con il risveglio del paziente. Questi episodi possono variare da un minimo di cinque all’ora, a molti di più. Il paziente perlopiù non ne conserva memoria al risveglio, essendo di durata inferiore al minuto, tempo minimo richiesto per la fissazione di un ricordo. Con l’apnea morfeica possono coesistere aritmie cardiache e grave ipoossigenazione del sangue. Il mioclono, invece, è caratterizzato da movimenti periodici delle gambe che si verificano ogni 20-60 secondi, risvegliando ogni volta il paziente e disturbando la qualità e la quantità del sonno nel suo complesso.

     

    Terapia

    Nella cura dell’insonnia va sempre tenuto presente che essa è un sintomo che può associarsi ai disturbi psichici più variabili. Spesso l’insonnia è sintomo di un sottostante quadro psichico di tipo depressivo che va trattato con antidepressivi . Gli ipnotici dovrebbero essere utilizzati quasi esclusivamente nelle insonnie transitorie associate a stress e ansia, per periodi di tempo limitati e, possibilmente, in maniera intermittente. Tra gli ipnotici, le benzodiazepine posseggono il più ampio margine di sicurezza. In generale, e negli anziani in particolare, è preferibile utilizzare prodotti a emivita breve, che possano essere eliminati prima del risveglio. Nelle insonnie croniche da tensione è spesso sufficiente un’adeguata igiene di vita che preveda di non bere alcolici e caffè e di non compiere attività intellettuali impegnative nelle ore serali. Bisogna poi porre attenzione nell’escludere la presenza di apnea morfeica o mioclono, per i quali molti farmaci normalmente utilizzati nei vari tipi di insonnia sono rigorosamente controindicati. Per l’apnea morfeica è stata provata con qualche utilità la protriptilina associata a teofillina. Per il mioclono, invece, è indicato il clonazepam, mentre sono controindicate le altre benzodiazepine, così come sono controindicati gli altri antidepressivi. Esiste, infine, l’insonnia terapeutica che consiste nella inibizione del sonno per una o più notti; è indicata per il trattamento della depressione che viene migliorata da questa procedura.