condizione fisiopatologica caratterizzata da una ridotta secrezione di aldosterone da parte del surrene. L’ipoaldosteronismo può costituire una forma clinica a sé stante, oppure inscriversi nel contesto di un più ampio coinvolgimento surrenalico (ipocorticosurrenalismi primitivi). Nel primo caso, siamo di fronte a un raro evento, le cui origini possono essere ricondotte a: (1) un difetto congenito del metabolismo; (2) esiti di escissione chirurgica di adenomi surrenalici secernenti aldosterone; (3) protratta terapia con eparina o eparinoidi; (4) malattie del sistema nervoso; (5) severa ipotensione ortostatica; (6) diabete mellito. In tutte queste forme nosologiche, la ridotta produzione di aldosterone è associata a iporeninemia. È normale, invece, la produzione degli altri ormoni corticosurrenalici: glicocorticoidi e steroidi ad azione androgena. In caso, invece, di ipocorticosurrenalismi primitivi, la carenza di aldosterone si associa a un più ampio deficit della secrezione surrenalica (che coinvolge, quindi anche le altre sostanze), conseguente a processi patologici che colpiscono direttamente la ghiandola, coinvolgendone tutte le zone (glomerulare, fascicolata e reticolare): insufficienza surrenale acuta, morbo di Addison. Il quadro clinico specifico dell’ipoaldosteronismo è caratterizzato da: ipotensione arteriosa, astenia, vertigini, svenimenti, iposodiemia da perdita di sodio con le urine, iperpotassiemia (è questo uno dei dati più caratteristici), concentrazione di renina plasmatica solitamente ridotta (anche se in alcuni casi, legati a un difetto enzimatico, è possibile riscontrare iperreninemia), assenza di aldosterone plasmatico. La terapia si basa sulla somministrazione di cortisonici mineraloattivi (idrocortisone), eventualmente associati a diuretici non risparmiatori di potassio (tipo furosemide), che favoriscono la perdita urinaria di questo sale presente in eccesso.