colorazione gialla della cute, delle sclere e di altri tessuti, causata da un eccesso della bilirubina in circolo (iperbilirubinemia ). L’ìttero si manifesta quando la bilirubina circolante nel sangue supera i 2-2,5 mg per 100 ml (quando la bilirubina circolante è superiore alla norma ma inferiore ai valori sopra riportati, si ha una condizione denominata subittero). La prima sede dove si rende evidente l’ìttero sono gli occhi (più precisamente le sclere), che vanno osservati alla luce naturale. Una volta riconosciuto l’ìttero bisogna stabilire se è dovuto a bilirubina coniugata (“diretta”) o non coniugata (“indiretta”): un sistema semplice consiste nel controllare se le urine sono scure, cioè se vi è bilirubinuria, in quanto solo la bilirubina coniugata viene eliminata attraverso le urine. Bisogna poi stabilire il valore della bilirubinemia e la quota delle varie frazioni (coniugata e non) attraverso gli esami del sangue.
L’ittero con bilirubina non coniugata
L’ìttero con bilirubina prevalentemente non coniugata si ha quando aumenta la bilirubina (come nelle malattie emolitiche), quando il fegato non cattura la bilirubina circolante nel sangue (come nella sindrome di Gilbert), o quando non si ha una coniugazione efficiente nel fegato con acido glucuronico (come nella sindrome di Crigler-Najjar , nelle epatopatie, con l’uso di certi farmaci): al momento della nascita l’attività dell’enzima che coniuga la bilirubina con acido glucuronico, cioè la glucuronil-transferasi, può essere bassa; ciò porta al cosiddetto ìttero neonatale fisiologico, che si trova tra il secondo e il quinto giorno dalla nascita.
L’ittero con bilirubina coniugata
L’ìttero con bilirubina prevalentemente coniugata si ha quando il fegato non riesce a secernere bene la bile, come si verifica nelle malattie epatiche di varia origine (epatiti, cirrosi epatica), o nelle ostruzioni delle vie biliari (colangite, calcoli biliari): l’accumulo di bilirubina già coniugata nel fegato provoca il suo stravaso e il rigurgito nella circolazione generale. Alcuni farmaci, come i contraccettivi orali (eccetto quelli a basso dosaggio), gli ormoni sessuali (metiltestosterone), alcuni tranquillanti (clorpromazina) e ipoglicemizzanti orali (clorpropamide) possono causare stasi biliare con iperbilirubinemia coniugata: così pure i difetti ereditari dell’escrezione epatica, come le sindromi di Rotor e di Dubin-Johnson, e l’ìttero ricorrente della gravidanza. Dopo interventi chirurgici può insorgere un ìttero dovuto a varie cause, tra cui un danno epatico da farmaci (l’anestetico alotano), la distruzione dei globuli rossi del sangue trasfuso, lo shock, l’ipotensione. forma più comune di ìttero resta, tuttavia, l’ìttero epato-cellulare, con bilirubina mista, che si instaura quando è presente una epatopatia in senso stretto (epatite o cirrosi). Infatti, se la lesione interessa direttamente la cellula epatica, tutte le funzioni metaboliche risultano compromesse (captazione – coniugazione – escrezione della bilirubina) e si possono instaurare situazioni intermedie tra quelle descritte in precedenza. In questi casi, dunque, l’incremento della bilirubina riguarda sia la frazione coniugata che quella non coniugata, con prevalenza di quella coniugata.