liquido contenuto nel sacco amniotico con la funzione prevalente di proteggere l’embrione dai traumi di natura meccanica. Esso riveste, oggi, un ruolo importante anche dal punto di vista diagnostico: la sua analisi consente, infatti, di valutare sviluppo e maturità del feto e il suo stato di benessere o sofferenza endouterina attraverso esami come l’amniocentesi e l’amnioscopia. La quantità del liquido aumenta con il procedere della gravidanza, fino ad arrivare a un volume che -a termine- oscilla tra 500 e 1200 ml: variazioni della sua quantità vengono definite oligoidramnios (meno di 500 ml) o polidramnios (più di 2000 ml). Si presenta, fisiologicamente, come un liquido limpido, opalescente, composto da: acqua (99%), proteine, lipidi, glicidi, sodio, potassio, calcio, ferro e cristalli di ossalati e urati. Tra i lipidi sono particolarmente importanti lecitine e sfingomieline, che entrano nella composizione del surfactant polmonare fetale: dal loro rapporto è possibile valutare lo stato di maturazione dei polmoni del feto. La produzione del liquido amniotico dipende da una secrezione attiva da parte dell’epitelio amniotico, a una trasudazione dai vasi materno-fetali, a una diffusione tra l’ampia superficie di scambio decidua-membrane e infine a un’emissione di urina fetale già a partire dalla 14 a settimana di gestazione.