(o metemoglobinemia), termine che si riferisce alla presenza di metaemoglobina nel sangue. Le condizioni in cui si osserva un accumulo patologico di metaemoglobina possono essere congenite o acquisite: nel primo caso, le cause vanno ricercate in un deficit di metemoglobina-reduttasi o in una forma di emoglobinopatia da emoglobina M; quelli acquisiti, conseguono all’esposizione a sostanze tossiche quali farmaci (fenacetina, fenazone) e sostanze chimiche varie (nitrati, nitriti). Le metaemoglobinemìe patologiche sono caratterizzate da cianosi intensa, di norma in assenza di altri disturbi. Quando, però, i livelli plasmatici di metaemoglobina sono molto elevati, possono comparire cefalea, astenia e dispnea. L’esame spettroscopico dell’emolisato e l’elettroforesi dell’emoglobina plasmatica sono gli esami diagnostici. La terapia varia a seconda delle cause: in presenza di un deficit enzimatico, si procede alla somministrazione di acido ascorbico o blu di metilene per via orale; nei casi dovuti a intossicazione acuta, il blu di metilene va somministrato per via endovenosa; nessuna terapia è necessaria né praticabile in presenza di emoglobine M.