disseminazione di un processo patologico dalla sua sede di sviluppo a un altro organo o all’intero organismo. Può trattarsi del trasporto di microrganismi patogeni (per esempio, streptococchi o micobatteri tubercolari), oppure di cellule, come si verifica nei tumori maligni, la cui capacità di dare metàstasi costituisce una delle peculiari caratteristiche della malignità.
La metastasi tumorale
Lo sviluppo delle metàstasi tumorali rappresenta un evento biologico complesso, legato all’interazione tra fattori propri dell’organismo (condizioni generali, integrità della risposta immunitaria) e caratteristiche specifiche delle cellule tumorali (sede, dimensioni e caratteri istologici). Dal microscopico focolaio iniziale la diffusione delle cellule tumorali avviene dapprima localmente mediante uno sviluppo centrifugo. Liberando enzimi in grado di digerire i tessuti circostanti (proteasi) esse si fanno gradatamente strada attraverso strutture anatomiche e tessuti in grado di offrire scarsa resistenza (il tessuto adiposo, le guaine dei nervi, il midollo osseo). Un primo ostacolo alla diffusione metastatica viene offerto dalla presenza di strutture anatomiche relativamente impenetrabili, quali la capsula degli organi, la cartilagine o il periostio, le meningi. Quando le cellule tumorali incontrano un vaso sanguigno o linfatico, possono arrivare a distruggerne la parete e penetrare all’interno della corrente sanguigna o linfatica, dove i trombi metastatici guadagnano la possibilità di entrare in circolo. L’invasione dei capillari linfatici a contatto del tumore è tipica dei carcinomi .
La disseminazione metastatica
Nel sistema linfatico le cellule tumorali possono essere distrutte dalle difese immunitarie localizzate nelle stazioni linfonodali. Se ciò non avviene, il tumore può invadere il linfonodo e continuare l’invasione linfatica o entrare nella circolazione sanguigna attraverso le numerose comunicazioni esistenti fra i due sistemi. La disseminazione per via ematica può avvenire anche per penetrazione diretta delle cellule tumorali nei capillari sanguigni. Una volta in circolo esse devono sopravvivere all’ambiente circostante e un ulteriore fattore di selezione è rappresentato anche qui dai meccanismi di difesa immunitaria circolanti (linfociti T, granulociti e monociti). Per le cellule sopravvissute si offre la possibilità di arrestarsi in organi distanti dal sito di origine: sedi possibili e probabilità di successo dipendono anche in questo caso da numerose variabili. La distribuzione dei focolai metastatici non avviene infatti casualmente: ogni tumore ha sedi preferenziali. Il fegato rappresenta un organo bersaglio per i tumori del colon-retto; le ossa per quelli della prostata e della mammella; i polmoni per i tumori del testicolo, dell’osso e della mammella. I polmoni (come anche il fegato), data la funzione di filtro e lo sviluppo notevole di una rete capillare, sono suscettibili di ricevere metàstasi pressoché da ogni organo e di inviare altresì colonie tumorali, con particolare predilezione per il cervello e le ossa. L’attecchimento di una metàstasi per via circolatoria dipende anche in questo caso da vari fattori, per esempio, caratteristiche proprie alle cellule tumorali; rallentata circolazione in alcuni distretti corporei; entità dei meccanismi difensivi immunitari. Una forma particolare di metàstasi è rappresentata dalla disseminazione detta «per sgocciolamento», che si verifica in cavità virtuali, come il peritoneo, dove le cellule possono impiantarsi a partire da un organo intraddominale (come l’ovaio) o essere trasportate da un organo all’altro (è il caso, peraltro raro, di metàstasi all’ovaio provenienti da tumori dello stomaco). La presenza di metàstasi pone precisi limiti all’intervento terapeutico: nella maggior parte dei casi il riconoscimento di una malattia disseminata impone l’attuazione di una strategia sistemica di terapia, perlopiù con il ricorso alla chemioterapia .