nicotina


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    alcaloide altamente tossico presente nelle foglie del tabacco. Viene assunta per via inalatoria, attraverso il fumo, o per via perlinguale attraverso le mucose della bocca. Gli effetti variano a seconda della quantità di sostanza assunta e del grado di assuefazione; la maggior parte di essi sono mediati da una increzione di catecolamine e consistono in: aumento della pressione arteriosa sisto-diastolica, della frequenza cardiaca, della forza di contrazione cardiaca, del consumo miocardico di ossigeno, del flusso arterioso coronarico, dell’eccitabilità miocardica e in una diffusa vasocostrizione periferica; ipersalivazione e ipersecrezione gastrica; la nicotina ha mostrato anche di provocare aumento delle concentrazioni sieriche di glucosio, cortisolo, acidi grassi liberi, vasopressina e beta-endorfine; ad alte dosi, poi, la nicotina provoca spasmi della muscolatura liscia intestinale, contrazioni muscolari e convulsioni. Il potere assuefacente è discreto; non dà dipendenza fisica né sindrome di astinenza, ma forte dipendenza psichica. I maggiori rischi sono connessi con gli effetti a lungo termine: l’uso prolungato e massiccio è una delle cause principali di patologia cardiaca coronarica, anche su base aterosclerotica, responsabile di angina pectoris e altri disturbi cardiovascolari tra cui aritmie, patologie coronariche ischemiche o trombotiche acute, arteriopatie periferiche obliteranti; inoltre, aggrava le suddette situazioni, se già presenti, aumentando il tasso di mortalità nei cardiopatici fumatori rispetto ai non fumatori; favorisce anche l’ulcera gastrica e contribuisce, insieme alle altre sostanze contenute nelle sigarette, alla morbilità complessiva legata al fumo di tabacco.