parotite epidèmica


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    (o orecchioni), malattia virale acuta contagiosa, che colpisce solitamente i soggetti di età compresa tra i cinque e i quindici anni, ma che non è infrequente anche negli adulti. Provoca in genere ingrossamento doloroso delle ghiandole salivari, più spesso delle parotidi. Conferisce immunità permanente; la frequenza è massima nel tardo inverno e all’inizio della primavera. La durata del periodo d’incubazione è molto varia (5-35 giorni). Il periodo prodromico è caratterizzato da vomito, cefalea, febbre. Inizia poi la tumefazione dolente di una delle parotidi; dopo non più di due o tre giorni può essere coinvolta anche l’altra. Talvolta possono essere interessate anche le ghiandole sottolinguali e sottomascellari. Altri sintomi sono: febbre, dolore alla masticazione e alla deglutizione, che crea difficoltà nell’alimentazione. La parotite epidèmica dura in media 10-15 giorni. Il periodo di infettività va da 7 giorni prima a 10 giorni dopo la scomparsa della tumefazione. Nell’infanzia può complicarsi con pancreatite, meningoencefalite, encefalite; nella pubertà e nell’età adulta sono frequenti le infiammazioni delle gonadi (epididimite, orchite), che possono portare alla sterilità. La terapia è sintomatica e si avvale di analgesici, antipiretici, impacchi caldo-umidi sulla tumefazione accompagnati dall’uso di creme a base di ialuronidasi, dieta liquida povera di grassi. Esistono, per la profilassi, sia il vaccino (vedi antiparotite, vaccinazione) sia le immunoglobuline specifiche (queste ultime peraltro di scarsa utilità).