dichiarazione, con valore legale, risultante da indagini condotte per provare che un bambino sia o no figlio di un determinato individuo. A questo fine si controllano gli antigeni presenti nel sangue, come i gruppi sanguigni e l’antigene Rh. L’esclusione è certa in pochi casi; per esempio, un figlio di gruppo 0 (zero) non può avere un padre di gruppo AB. Vi sono invece molti casi che restano dubbi, poiché se la madre è del gruppo 0 e il figlio è del gruppo A, il padre può essere qualunque individuo del gruppo A. I criteri di identificazione della paternità si basano anche sui caratteri ereditariamente trasmissibili da padre in figlio e quindi sui tratti somatici, su alcune malformazioni (polimastia, polidattilia, microcefalia, brachidattilia, sindattilia), su alcune malattie ereditarie (piede piatto, labbro leporino, albinismo, talassemia ecc.) e sui dermatoglifi (le figure papillari sono trasmissibili ereditariamente). Nei casi dubbi può essere utilizzata anche l’analisi del sistema HLA.