Sigla di Severe Acute Respiratory Syndrome, sindrome respiratoria acuta severa. Malattia dell’apparato respiratorio apparsa per la prima volta il 26 febbraio 2003 ad Hanoi (Viet Nam). Si è poi diffusa con grande rapidità in Asia, Europa e Nord America, grazie alla sua elevata contagiosità, diventando un’emergenza sanitaria planetaria.
In alcuni dei pazienti colpiti è stato individuato un coronavirus mai isolato in precedenza: secondo la maggior parte dei ricercatori questo virus sarebbe responsabile dell’insorgenza della SARS. La diagnosi viene effettuata in base alla sintomatologia.
Il periodo di incubazione della malattia è di 2-7 giorni; Al termine di questa fase cominciano a manifestarsi i primi sintomi: febbre alta (>38°C), associata a brividi, cefalea e dolori muscolari. Dopo 3-7 giorni compaiono anche i sintomi respiratori: tosse secca, dispnea, ipossiemia. Nel 20-30% dei casi la fase polmonare è così grave da richiedere l’intubazione e la respirazione assistita. Nella maggior parte dei pazienti l’esame radiografico del torace mostra infiltrazioni focali precoci che evolvono in più generalizzate infiltrazioni interstiziali a macchie. Il tasso di mortalità della malattia è del 3% circa.
Per curare la SARS si sono sperimentati trattamenti basati su farmaci antivirali (oseltamivir o ribavirin), su antibiotici e su steroidi somministrati in combinazione con antivirali e antimicrobici.