sindrome dolorosa che colpisce il nervo trigemino. La nevralgìa del trigèmino primitiva è caratterizzata da un dolore bruciante e intensissimo, che interessa soprattutto i rami mascellare e mandibolare del trigemino. Il dolore parossistico insorge improvvisamente o dopo movimenti dei muscoli della faccia o dopo stimolazione anche lieve; dura da pochi istanti a vari minuti, per riprendere dopo breve tregua. È monolaterale, interessa all’inizio una sola branca e non è accompagnata da altri sintomi neurologici, ma, spesso, da arrossamento cutaneo, lacrimazione, fotofobia. La stimolazione di alcune zone, variabili da caso a caso (trigger zone), può scatenare l’attacco. L’origine è sconosciuta e il decorso cronico, anche con lunghi periodi di completo benessere. La terapia medica si avvale della carmazepina, farmaco più noto come antiepilettico; quando fallisce, si ricorre alla terapia chirurgica (soprattutto alcolizzazione del ganglio o interventi di decompressione attraverso l’inserimento di materiali spugnosi tra il ganglio e i vasi che passano vicino). Spesso difficile è la diagnosi differenziale con l’emicrania e con le sindromi di Sluder e di Charlin, nevralgie atipiche della faccia caratterizzate da un dolore violento e profondo localizzato rispettivamente a una fossa nasale e alla parete laterale del naso, all’orbita e alla fronte. La nevralgìa del trigèmino secondaria, meno frequente, può essere dovuta a processi infiammatori o tumorali, fratture a livello facciale ed endocranico, aneurismi, sclerosi multipla ecc. Il dolore nevralgico in questi casi non è così tipico e rientra in una sintomatologia complessa. La terapia consiste nel combattere il processo morboso che ne è causa.