trombosi


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    formazione di trombi nella cavità cardiaca o nei vasi sanguigni, con riduzione od ostruzione del lume del vaso. I sintomi e le conseguenze della trombosi possono essere molto gravi, in dipendenza dalla sede e dall’evoluzione del trombo.

     

    Le diverse localizzazioni delle trombosi

    A seconda della sede, si distinguono trombosi intracardiache, arteriose e venose. La trombosi del cuore, frequente in caso di endocarditi , di solito è un fenomeno terminale e presenta i sintomi comuni a tutte le forme gravi di insufficienza circolatoria, quali dispnea, cianosi, edema polmonare, così che raramente può essere diagnosticata con sicurezza durante la vita. Nelle trombosi arteriose gli effetti dipendono dall’impedito afflusso del sangue alla parte, quindi variano secondo la natura dell’organo colpito, l’importanza del vaso, la durata più o meno lunga del tempo di formazione del trombo condizionante la possibilità di un circolo collaterale sufficiente; alla trombosi delle arterie terminali di solito fa seguito l’infarto. La trombosi delle arterie cerebrali consegue spesso all’arteriosclerosi e provoca un infarto cerebrale. La trombosi venosa non dà gravi disturbi circolatori locali, quali necrosi dei tessuti, se non quando colpisce i tronchi rappresentanti la via principale di deflusso del sangue da interi distretti circolatori, come la vena femorale, l’iliaca, la porta, la cava ascendente, oppure quando si associa ad altre alterazioni dell’apparato circolatorio o generali della nutrizione. Nell’evoluzione di un trombo si parla di: organizzazione, con la quale il trombo si trasforma in tessuto connettivale; ricanalizzazione, con neoformazione di una rete capillare; rammollimento, per mezzo di enzimi proteolitici che digeriscono la massa trombotica; calcificazione, non molto frequente. La terapia della trombosi è farmacologica, con somministrazione di anticoagulanti e trombolitici, o chirurgica.