prolungamenti molto vascolarizzati dello strato ectodermico del corion, che affondano più o meno profondamente nella mucosa uterina. Il prelievo di frammenti di villi coriali è una particolare tecnica che permette di esaminare il corredo cromosomico delle cellule presenti nella struttura del villo coriale dell’embrione. Infatti, i villi coriali e tutte le strutture placentari sono di origine embrionale: di conseguenza la dotazione cromosomica dei singoli elementi cellulari riflette esattamente il corredo cromosomico, o cariotipo, dell’embrione. Questa metodica permette di riconoscere in una fase ancora estremamente precoce della gestazione la presenza di anomalie cromosomiche che possono causare gravi malformazioni fetali, come per esempio, la sindrome di Down (o mongolismo, o trisomia 21). Un particolare aspetto del prelievo dei villi coriali è la notevole precocità di esecuzione: infatti può essere eseguito attorno alla 8a-9 a settimana di gestazione, mentre l’amniocentesi con prelievo di liquido amniotico (per l’analisi delle cellule in esso contenute) può essere attuata solo attorno alla 16 a settimana; la diagnosi di eventuali malattie fetali può quindi essere eseguita con largo anticipo consentendo l’esecuzione di eventuali interventi (per esempio, l’interruzione della gravidanza) in un’epoca più precoce e quindi con minori traumi. Inoltre tale tecnica comporta una minore invasività sia per la madre sia per il feto, in quanto il prelievo viene eseguito attraverso il collo uterino. Il materiale trofoblastico viene prelevato per aspirazione attraverso una sottile sonda sospinta fino alla placenta sotto controllo ecografico.