vista, esame della


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    insieme di procedure diagnostiche che costituiscono un momento fondamentale delle visite di controllo oculistico. Per esame della vista si intende generalmente l’esame dell’acuità visiva, cioè della capacità di minimo discernimento posseduta da un individuo. Viene eseguito ponendo il soggetto in esame a una distanza prefissata da una tavola (vedi ottotipi), e invitandolo a leggere segni via via più piccoli. Quando non è possibile la lettura, si applica al portalenti una lente di potere adeguato a correggere il difetto. Un esame analogo va fatto per esplorare la capacità visiva per vicino, soprattutto necessario in soggetti con sospetta presbiopia. A questi metodi soggettivi si aggiunge un metodo oggettivo, la schiascopia, impiegato in tutti quei casi in cui non è possibile ottenere una buona collaborazione da parte dell’individuo in esame. L’esame della vista può poi essere completato da un esame del senso stereoscopico, mediante il quale si valuta il grado di cooperazione tra i due occhi; da un esame del senso cromatico, che consente di mettere in evidenza difetti della percezione dei colori, mediante la lettura di apposite tavole. Infine può essere effettuata una valutazione dell’ampiezza del campo visivo soggettivo, che consente di valutare se vi siano aree retiniche «non vedenti», oppure alterazioni del nervo ottico o delle vie ottiche in generale.