Problema di insonnia

    DOMANDA

    Gentilissima Dottoressa Devoto,
    da circa un anno soffro di un problema di insonnia che sta danneggiando notevolmente la qualità della mia vita. Tutto è cominciato a seguito dei frequenti risvegli notturni del mio bimbo di allora un anno. Da principio tolleravo bene i risvegli e mi riaddormentavo subito, in seguito la situazione è degenerata. Ho cominciato ad attribuire al sonno “molta” importanza, ad avere paura di non dormire bene o abbastanza e si è instaurato un meccanismo di tensione-paura. Ora che il bimbo si sveglia molto meno, io continuo a svegliarmi più volte per notte, talvolta fatico a riaddormentarmi. Ci sono periodi in cui dormo meglio, altri in cui il fenomeno si ripresenta violentemente. Ho tamponato in questo anno provando un po’ di tutto: da valeriana a benzodiazepine (Felison) al bisogno, a terapia comportamentale, ma nulla ha funzionato in modo stabile. I farmaci funionano, ma temo effetti collaterali e dipendenza e li uso nel caso abbia impegni importanti il giorno successivo, con una frequenza che oscilla da una volta a settimana a una volta al mese secondo i periodi. Inoltre, da “sempre” ho un problema di bruxismo notturno. Mi può consigliare quale strategia può risultare più efficace per risolvere il disturbo? A chi è meglio rivolgersi? Un centro di medicina del sonno sarebbe adeguato o no?
    Premetto che sono una persona un po’ ansiosa ed in questo periodo si sono aggiunte altre espressioni di stress (frequenti extrasistole).
    Grazie mille,

    Elisa

    RISPOSTA

    Cara Elisa,
    i frequenti risvegli notturni, tipici dei bambini piccoli, che frammentano nel primo anno di vita anche il sonno dei genitori rappresentano spesso un fattore precipitante del disturbo di insonnia. Esso poi si può stabilizzare se subentrano reazioni psicologiche associate a preoccupazione eccessiva per il sonno notturno, tensione e attivazione che non fanno altro che stabilizzare l’insonnia anche se il fattore scatenante (le notti a vegliare il neonato) vengono meno. In questi casi si può affrontare e spesso risolvere il problema notturno con trattamenti farmacologici anche assunti in modo intermittente e/o con interventi di tipo cognitivo-comportamentali focalizzati sul problema di sonno. Tuttavia l’efficacia di questi interventi va sempre ponderata sulla base della rilevanza anche di altri fattori psicologici che possono intervenire nel sostenere il problema di insonnia. Ad esempio un temperamento particolarmente ansioso o un franco disturbo d’ansia potrebbero interagire con il problema di sonno. In questi casi il consiglio è di affrontare direttamente il problema psicologico di base con un sostegno in questo senso. Per il bruxismo invece non vi sono strategie particolari da adottare, se non quella di chiedere eventualmente al dentista l’opportunità di indossare un “bite” durante la notte.

    Alessandra Devoto

    Alessandra Devoto

    TRATTAMENTO PSICOLOGICO DEI DISTURBI DEL SONNO. Psicologa, esperta in medicina del sonno dell”Associazione italiana di medicina del sonno (Aims). Nata a Roma nel 1964, laurea in psicologia all’Università La Sapienza nel 1989 e poi specializzazione nella valutazione e nel trattamento psicologico dei disturbi del sonno. Docente alla facoltà di medicina dell’Università La Sapienza e all’Istituto […]
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