Essere mamma con l’ovodonazione: cosa si trasmette al bimbo?

    DOMANDA

    Gent.Dott.Brancati
    sono una donna di 44 anni e dopo due gravidanze non portate a termine e tre fivet omologhe,a causa della mia non più giovane età, dovrò ricorrere ad ovodonazione. Questa scelta mi pone non pochi problemi a carattere emotivo, etico ma anche dubbi e paure per quanto concerne la parte dell’eredità genetica.
    Proprio su quest’ultimo aspetto gradirei, se possibile, dei chiarimenti riguardo il corredo genetico che avrà mio figlio, in parole semplici, che cosa prenderà dalla madre biologica e che cosa da me? Mi può confermare che la donna ricevente non è semplicemente una incubatrice “passiva” ma può, a livello biologico, passare qualcosa al bambino?
    Spero di essere stata chiara e attendo fiduciosa una sua risposta,
    grazie mille

    RISPOSTA

    Gentile Signora
    chiarito che in caso di ovodonazione (scelta nel merito della quale non entro) un eventuale figlio non eredita il patrimonio genetico della madre ma della donatrice, più in generale, noi siamo il risultato dell’interazione tra geni ed ambiente ovvero non bastano i geni a fare (interamente) le caratteristiche di un individuo e, pertanto, lei trasmetterà tutto il resto, a partire da ciò che lo alimenta in utero attraverso il cordone (ad esempio anticorpi compresi), a quello che sarà poi.
    Con i migliori auguri.
    Francesco Brancati

    Francesco Brancati

    Francesco Brancati

    Professore di genetica medica all’università de L’Aquila. Medico Genetista, visito in ambulatorio per consulenza riproduttive di coppie, rischi familiari per patologie genetiche, diagnosi prenatale, diagnosi di malattie rare. Nato a Roma nel 1974, si è laureato all’Università Tor Vergata di Roma e si è specializzato in genetica medica alla Sapienza.
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