Conservazione cellule staminali cordonali

    DOMANDA

    Gent.mo Dott., siamo due futuri genitori e ci permettiamo di inviarle questa breve e-mail per chiederLe, in relazione all’oggetto, quale sarebbe il suggerimento piu’ opportuno che Lei si sentirebbe di esprimere ad una persona che e’ incinta di 2 gemelli ( gravidanza biamniotica e bicoriale ) tramite ovodonazione. Abbiamo dubbi e paure per quanto riguarda l’ereditarieta genetica e le eventuali patologie congenite o ereditarie della donatrice.
    Stiamo valutando l’opportunita di procedere alla conservazione autologa delle cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale ( attraverso banche private estere ).
    Alcune di esse danno la possibilita’ di conservare anche il tessuto del cordone ombelicale e di effettuare uno screening neonatale ( 62 malattie genetiche ).
    Lei cosa ne pensa? Allo stato attuale e’ utile conservarle per s’è o e’ solo un business?
    Grazie.
    Patrizia e Gian Luca

    RISPOSTA

    Gentili Patrizia e Gian Luca
    capisco le vostre domande e le vostre incertezze ed è difficile rispondere in modo netto ai quesiti che ponete. Quando mi chiedete se “allo stato attuale” è utile conservare le cellule del cordone ombelicale (o se è solo un business) vi posso rispondere che al momento non esistono, al di là di alcune malattie ematologiche per le quali da anni si esegue il trapianto di midollo, patologie genetiche curate nella pratica clinica con queste cellule. Non mi è possibile prevedere il futuro ovviamente, ma il tempo richiesto dalla ricerca in questo settore non autorizza neanche ad una previsione di utilizzo a breve. Oltre all’evidente aspetto commerciale che lei stessa coglie, rimane infatti anche l’opzione di donare e conservare questo materiale nelle banche Italiane autorizzate non private con alcuni distinguo che potrà approfondire con gli interlocutori ufficiali. Le segnalo che in alcuni Ospedali viene organizzato un colloquio con i genitori prima del parto a questo proposito.
    Per quel che riguarda i test genetici e screening pre o perinatali, anche in questo caso l’aspetto commerciale purtroppo esercita oggi una pressione notevole. Ancorché infatti non si possa dire che sono inutili perché tutti quando ci riproduciamo “rischiamo” ovvero siamo potenzialmente a rischio per una patologia anche genetica che si manifesta nei nostri figli, è chiaro che la rarità di queste condizioni, in assenza di fattori di rischio specifici, fa si che non esiste una vera e propria indicazione medica ad eseguirli. E’ quindi anche in base alla sensibilità di ogni coppia (può essere utile discuterne con un medico genetista) che viene maturata la scelta di fare questi test. Virtualmente pensate che potrebbero essere testati tutti i geni che danno patologia quando mutati ma chiaramente esiste un confine necessario proprio per la salute della coppia stessa che in questo modo tende a medicalizzare una gravidanza per altri versi fisiologica. I risultati di questi test, tra l’altro, possono rischiare di essere difficilmente interpretabili generando, in alcuni casi, al contrario del loro intento, ancor più ansia ed incertezza. Vi ricordo infine che sono già previsti una serie di screening neonatali obbligatori che saranno eseguiti pertanto di routine alla nascita nei vostri gemelli.
    Con i miei migliori auguri.
    Francesco Brancati

    Francesco Brancati

    Francesco Brancati

    Professore di genetica medica all’università de L’Aquila. Medico Genetista, visito in ambulatorio per consulenza riproduttive di coppie, rischi familiari per patologie genetiche, diagnosi prenatale, diagnosi di malattie rare. Nato a Roma nel 1974, si è laureato all’Università Tor Vergata di Roma e si è specializzato in genetica medica alla Sapienza.
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