DOMANDA
Egregio Dott.Di Trapani vorrei sottoporla questo caso e sapere cosa ne pensa. Uomo di 36 anni a febbraio 2017 diagnosi di adenocarcinoma del discendente sigma prossimale , viene applicata endoprotesi per mantenere pervietà.Dalla tac inoltre si evince: Fegato a struttura sovvertita per la presenza di multiple macrofocalità nodulari solide ipodense secondarie in gran parte confluenti tra logo (max 63×54 al VII seg).
Tumefazione linfonodale interportocavale di 21x13mm.
Il paziente viene dichiarato inoperabile e sottoposto a chemio terapia con irinotecan – 5 fluorouracile – lederfolin -Panitumumab . Dopo i primi 6 cicli la tac di controllo : Le multiple lesioni epatiche ripetitive risultano ridotte di dimensioni e maggiormente ipodense (max 30mm vs 63×54 al VII seg) Tumefazione linfonodale interportocavale di 17x11mm vs 21x13mm . Vi è un netto miglioramento??? Si può fare di più??Potrebbe essere sottoposto alla perfusione ipertermica ????
RISPOSTA
Gentile utente, la Perfusione Epatica Isolata Ipertermica Antiblastica (PEIIA) O IHP (Isolated Hepatic Perfucion), rappresenta una forma di trattamento loco-regionale, in cui il solo fegato viene perfuso con il farmaco antiblastico. Da quanto lei scrive, il paziente e’ stato dichiarato inoperabile, inoltre, anche i linfonodi interportocavali sono interessati. In questi casi non e’ indicata la PEIIA, in quanto porrebbe inutilmente il paziente ai rischi elevati della procedura, visto che la massa principale non e’ stata asportata e che anche i linfonodi sono interessati. L’unica strada percorrebile al momento rimane la chemioterapia sistemica. Rimanendo a sua disposizione, porgo cordiali saluti