DOMANDA
Salve, sono una ragazza in gravidanza a 33+1 e da circa 15 giorni mi è stata prescritta insulina a lento rilascio da fare la notte per valori a digiuno la mattina che 2 giorni su 7 sono sotto soglia i rimanenti 5 si aggirano tra 95 e 105.
Questa aggiunta, con mia sorpresa ed inaspettatamente, mi comporta il dover subire un parto indotto a 38 settimane che non desidero assolutamente ne io ne il padre in quanto il desiderio è un parto naturale al 100% a punto tale che sono orientata al parto in casa dato le restrizioni dovute al covid in ospedale. Il mio medico curante è in ferie fino a metà del prossimo mese e quindi alla data in cui dovrei essere indotta e nessuno dei colleghi che lo dovrebbero sostituire si pronuncia. Io sto disperatamente cercando una soluzione alternativa a questa insulina per non essere indotta tra 5 settimane. Per assurdo non mi interesserebbe nulla dovermi alzare e mangiare e muovermi la notte visto che tutti i valore rilevati nel resto della giornata sono abbondantemente sotto soglia (prima dei pasti di norma 70-80 e dopo 60 minuti mai oltre 125 mangiando sempre carboidrati verdura e proteine ad ogni pasto). Ho letto in rete che di solito si prescrive insulina dopo lo sforamento della soglia del 115 a digiuno ma non so se la cosa sia vera ed ancora in linea con le linee attuali. Mi può dire qualcosa in più ed indicare una possibile via di uscita da questo incubo? Grazie mille
RISPOSTA
Gentile Signora,
penso che ci sia un grosso equivoco di fondo: il parto indotto sarà stato programmato per motivi ostetrici (diabete di per sè? Macrosomia?), NON perchè fa insulina.
Anzi l’insulina ha la funzione proprio di migliorare i rischi del parto. Quindi sospendere l’insulina non solo non serve ma, addirittura, peggiora la situazione.
Sul perchè sia candidata al parto indotto va discusso con il ginecologo/ostetrico.
Non esiti a contattarmi qualora avesse ancora bisogno di chiarimenti.
Con i migliori saluti
Dott. Carlo B Giorda