Chirurgia robotica per cancro alla prostata.

    DOMANDA

    Egregio Prof. Manferrari, ho 60 anni. Un mese fa mi è stato diagnosticato un Gleason score 3+3. Ho avuto una educazione ansiosa (sic), mia madre però aveva l’attenuante di avere avuto un figlio congenitamente cardiopatico. “Naturalmente” (stavo ancora per dire congenitivamente)sono un caso clinico di claustrofobia. Uso gli ascensori ma se dovessero bloccarsi…Pongo alla sua cortesia la seguente domanda: anche nel caso di intervento chirurgico con tecnica laser è indispensabile effettuare una “multiparametrica” con le uniche apparecchiature adatte ad effettuarle, vale a dire quelle chiuse? Grazie di cuore per l’attenzione. I più cordiali saluti. Attendendo, ovviamente con ansia (mi perdoni),il suo cortese parere anticipatamente la ringrazio. C.E.

    RISPOSTA

    gentile lettore
    mi rendo conto dello stato psicologico dopo una notizia del genere …
    dall’oggetto della mail si evince che le è stato proposto un intervento di chirurgia robotica per tumore alla prostata. Questa chirurgia che si esegue in anestesia generale non prevede (di solito) apparecchiature “chiuse” o l’utilizzo del laser. Normalmente non ci sono condizioni particolari per chi soffre di claustrofobia.
    Prof.Fabio Manferrari

    Fabio Manferrari

    Fabio Manferrari

    Ricercatore presso il dipartimento di scienze chirurgiche specialistiche e anestesiologiche, unità operativa di urologia Martorana, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. Nato a Bologna nel 1959, si è laureato in medicina nel 1984 e si è specializzato in urologia nel 1989. I suoi studi sono dedicati alle tecniche di diagnostica in urologia e allo sviluppo […]
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