Come comportarsi coi bambini alla mensa scolastica?

    DOMANDA

    Buonasera, sono una mamma membro del commissione scolastica dell’istituto comprensivo del mio quartiere. Purtroppo ricevo molte segnalazioni dai genitori in merito al l’eccessiva insistenza da parte di una maestra perché i bambini mangino e della reazione negativa di alcuni bambini più fragili. Ho letto il Suo libro Mangiocando e più volte mi sono trovata a pensare che sono le maestre ad aver bisogno di un po’ di educazione alimentare, non sui benefici del cibo ma sui vantaggi di un clima sereno davanti ad un piatto. Purtroppo mi sento impotente: se cerchi di intaccare la loro missione educativa sei subito tacciato come il genitore iperprotettivo che cresce figli senza carattere. Ciò nondimeno, la situazione di certe mamme mi angoscia. C’è qualcosa che secondo lei si può fare per migliorare la situazione??? Grazie infinite per il Suo tempo.

    RISPOSTA

    Gentile lettrice, è senz’altro un tema scottante quello che mi propone, ovvero le dinamiche che ruotano intorno al bambino a tavola, specie quando gli adulti, in questo caso genitori e insegnanti, si trovano in disaccordo tra di loro sulle modalità di approccio al problema del rifiuto del cibo. Non è possibile generalizzare ovviamente, specie dall’esterno senza conoscere nessuno dei protagonisti della vicenda. Una maestra che insiste perché i bambini mangino è comunque innanzitutto una maestra che si interessa, che è presente; e poi bisogna vedere su che cosa insiste; se insiste perché i bambini almeno assaggino il cibo, lei sa che mi trova d’accordo. Se insiste perché sa che un certo bimbo rifiuta il cibo solo per capriccio, o per imitazione di un compagno, anche questo mi sembrerebbe un comportamento molto positivo. Certo se invece insiste tout court, a prescindere dal bambino che ha davanti, dal tipo di cibo, e dal motivo del rifiuto, allora mi dissocerei. E venendo ai genitori, nella mia esperienza di refezione scolastica, nella duplice veste di mamma e rappresentante della ASL, ho potuto constatare sia atteggiamenti eccessivi da parte di certi genitori che non condividevano l’operato delle maestre e si intromettevano a difesa del bambino che si lamentava, sia situazioni in cui effettivamente le maestre agivano in modo un po’ superficiale nella gestione del rapporto bambino-alimentazione. Tutto ciò per ribadire l’impossibilità di una soluzione valida in ogni caso. Penso che comunque la prima cosa da fare sia di calmare le acque, ovvero i genitori angosciati. Perché se i bambini, che già definisce “fragili”, sentono – e i bambini sentono tutto – questa ansia intorno a loro e al momento del pasto in mensa, la situazione non potrà che peggiorare e trascendere, con svantaggi per tutti, in primis per i bambini. E’ importante soprattutto che i genitori non commentino negativamente gli atteggiamenti delle maestre con i bambini o davanti ai bambini. Invece il problema dovrebbe essere affrontato e dibattuto tra adulti, magari convocando intorno a un tavolo genitori, maestri e dirigente scolastico, il tutto però in un clima costruttivo e sereno, di rispetto per i diversi ruoli di educatori, con la disponibilità da parte di tutti di collaborare per il bene di bambini. E magari leggendo prima il mio libro per prepararsi alla riunione! (è uscita l’edizione economica, si intitola “Bambini, si mangia!” ed. Tea).
    Spero che la mia risposta le sia utile, e mi aggiorni se vuole.

    Cordiali saluti,

    dott.ssa Patrizia Bollo

    Patrizia Bollo

    Dietista, Professore a contratto dell’Università degli Studi di Milano, dove insegna “Comportamento alimentare delle popolazioni” presso il Dipartimento di Bioscienze, nello stesso ateneo conduce anche seminari di cucina dietetica. Ha lavorato presso ospedali e aziende sanitarie, occupandosi di nutrizione clinica e prevenzione. Autrice di molti testi divulgativi di dietetica applicata. Esercita come libero professionista a […]
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