DOMANDA
Salve, mia moglie ha 69 anni e soffre d’insonnia da vent’anni. All’inizio il medico di famiglia le aveva prescritto lo XANAX. Ma nonostante il farmaco si svegliava alla notte almeno 2 volte.
Da circa 4 anni prende lo STILNOX 10 mg.e si addormenta facilmente ma i risvegli persistono, e in più al mattino si sente rintronata.
Allora le ho consigliato di prendere mezza pillola, ed eventualmente se si sveglia l’altra metà.
Ci siamo resi conto che con una pillola al mattino si sente più nervosa,ha dei risvegli e fatica a riprendere il sonno.
Invece prendendo il farmaco diviso, riesce a dormire fino alle 8 del mattino
Le mie domande sono:
Può causare nervosismo il lungo periodo di somministrazione di questo farmaco?
Cambiando medicinale si risolve il problema?
C’è qualche terapia senza uso di farmaci?
La ringrazio sentitamente
Antonio, Trieste
RISPOSTA
Caro Signore,
lo Stilnox è un ipnoinducente che, date le sue proprietà farmacologiche, può velocizzare l’addormentamento ma non è il farmaco più indicato per risolvere il problema dei risvegli notturni. Lo Stilnox, nel lungo periodo, può determinare un aumento del nervosismo, soprattutto in caso di assunzione a dosaggi elevati.
Piuttosto che suddividere la pillola durante la notte, le consiglierei di far valutare sua moglie da uno specialista sonnologo per considerare l’opportunità di cambiare terapia farmacologica. Per la terapia farmacologia si può rivolgere direttamente agli specialisti dei Centro di Medicina del Sonno dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (le sedi sono presenti in varie città del nord che può trovare sul sito www.sonnomed.it).
La terapia non-farmacologica più indicata per la cura dell’insonnia esiste ed è la Terapia Cognitiva-Comportamentale (CBT). Si tratta di un intervento psicologico breve e focalizzato sul disturbo di sonno, basato su strategie comportamentali che permettono di recuperare il sonno perduto.La CBT per l’insonnia in Italia è condotta solo in alcuni Centri di Medicina del sonno, presso le Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna e di Roma “Sapienza”, e da alcuni professionisti che operano in strutture cliniche private.