parmigiano nocivo per le ossa?

    DOMANDA

    Salve, qualche giorno fa sono stata da una nutrizionista per mettere a punto una dieta e sono rimasta molto perplessa per quello che mi ha detto ,” il parmigiano è deleterio per le ossa perché porta via il calcio, come pure il latte bandire quindi tutti i formaggi e se proprio ne ho voglia qualche volta la ricotta “; ovviamente non sono medico ma ho sempre saputo il contrario! La ringrazio molto per la sua consulenza, le invio cordiali saluti

    RISPOSTA

    Salve, purtroppo la questione che ha sollevato non è cosa da poco nell’ambito della nutrizione e da tempo ormai le opinioni dei medici si spaccano letteralmente in due: c’è chi afferma che il latte e i suoi derivati fanno bene e chi sostiene invece che a partire dai tre anni di età in poi bisognerebbe smettere di consumare latte in quanto alimento che non viene bevuto più nemmeno dai vitelli. Di fatto e veganesimo a parte, il latte contiene calcio: elemento utile alle ossa e per questo, assieme ai sui derivati, consigliato per combattere l’osteoporosi.
    Altresì il latte è anche ricco di proteine animali e studi epidemiologici hanno dimostrato che una dieta ad alto contenuto proteico è spesso associata ad una aumentata escrezione urinaria di calcio. Ecco quindi chiarito il meccanismo a cui lei accenna: “prima il latte presta calcio, poi se lo porta via”. In generale, da ricerche è emerso che, nelle nazioni in cui si fa grande uso di latte, l’incidenza di osteoporosi pare essere elevata, mentre è rara nei paesi dove non si fa uso di latte.
    Fondamentalmente va tenuto conto che il contenuto proteico degli alimenti assunti, interagisce con altre sostanze nutritive presenti nello stesso alimento o nella dieta totale ecco come mai è importante seguire una alimentazione varia ed equilibrata che contempli la presenza di tutti i principi nutritivi.

    Nella mia pratica solitamente cerco di ascoltare molto il soggetto che ho davanti cercando di capire quali sono le sue abitudini nutrizionali quotidiane, cercando di guidarlo e indirizzarlo verso quelle che sono le corrette indicazioni da seguire in relazione al su stato di salute.
    Quindi se da tempo non assume latte, non insisto su questo punto, ma lo incoraggio a non abbandonarlo nel caso tale alimento faccia parte integrante della sua alimentazione. Cosa diversa invece per i latticini, i formaggi e in particolare per il parmigiano/grana.
    Come ci insegna la dieta mediterranea, il consumo di latte e latticini dovrebbe essere di due porzioni al giorno preferendo quelli a basso contenuto di grassi. Fra i formaggi maggiormente ricchi di calcio sicuramente spicca il parmigiano e il grana ( circa 1.160 mg per 100 g di prodotto); attenzione pero al fatto che entrambi sono alimenti ad alto valore energetico (circa 390 Kcal per 100g).
    Alcune persone hanno difficoltà nel raggiungere il fabbisogno giornaliero consigliato di calcio ( 1000 mg/ die dai 18 ai 59 anni e 1200 mg/die oltre i 60 anni per le donne e 1000 mg/ die 18 ai 74 anni e 1200 mg/die oltre i 75 anni per gli uomini)
    a causa ad esempio di accertata intolleranza al lattosio; in questi casi si consiglia di consumare grana/ parmigiano e yogurt. I due formaggi, grazie al lungo processo di stagionatura a cui vengono sottoposti, si rendono alimenti altamente digeribili e privi di lattosio ( tali soggetti sono infatti carenti dell’enzima lattasi deputato alla digestione di questo zucchero); lo yogurt dal canto suo, grazie alla fermentazione del lattosio operata dai fermenti che contiene, è notoriamente ben tollerato.
    Per i soggetti in sovrappeso o con livelli di colesterolo elevato è possibile ugualmente raggiungere le dosi di calcio consigliate senza eccedere in calorie, grassi saturi e colesterolo: in questi casi sarebbe consigliabile consumare 2 o 3 volte alla settimana 50 g di grana/parmigiano come secondo al posto di carne o uova.
    Un cordiale saluto
    Dott.ssa Fratoni

    Valentina Fratoni

    Valentina Fratoni

    Biologa specializzata in nutrizione. Ricercatrice presso l’Università di Firenze, collabora come nutrizionista con la struttura che si occupa di malattie metaboliche dell’osso presso il CTO di Firenze. Nata nel 1980 a Firenze, si è laureata in Biologia nel 2006, nel 2010 ha conseguito un master di II livello in Nutrizione Clinica e Dietetica e nel […]
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