Picchi glicemia

    DOMANDA

    Buongiorno dottore
    approfitto ancora della sua cortesia e competenza per porle un paio di domande. Ho 77 anni, glicate da due anni tra 6.4 e 6.6 grazie a rigorosa sola dieta, BMI 18.7 colesterolo totale 177, ritenuto in “compenso ottimale” dal diabetologo. Al momento nessuna complicanza anche se è da decenni che sono diabetico. Mi capita quando mi reco a pranzo o cena fuori casa, di eccedere e avere glicemie tra 150-190. In tali occasioni potrebbe essere utile l’utilizzo di acarbosio o similari gliptine onde evitare quei picchi ritenuti pericolosi dai cardiologi? Anche se sporadici tali valori possono risultare dannosi in seguito?
    Grazie dottore e cordialità.
    Vittorio

    RISPOSTA

    Gentile Sig. Vittorio,

    lei ha un compenso ottimale, sia in assoluto sia per l’età. Non ha fattori di rischio cardiovascolare (normopeso, normocolesterolinico e, immagino, normale pressione). Elevazioni post prandiali di circa 150-180 misurati su sangue capillare sono da considerarsi normali. Nessun diabetologo o cardiologo al mondo le proporrebbe un intervento farmacologico in una situazione così.

    Tenga presente che i picchi post prandiali elevati (in genere<200) hanno senso solo se coesistono in una situazione di rischio cardiovascolare aumentato.

    Le consiglierei di continuare così e non fare nulla.

    Non esiti a contattarmi qualora avesse ancora bisogno di chiarimenti

    Cordiali saluti

    Dott. Carlo Bruno Giorda

    Carlo Bruno Giorda

    Carlo Bruno Giorda

    Direttore della struttura complessa di malattie metaboliche e diabetologia dell’ospedale Maggiore di Chieri, Asl 5 di Torino. Nato a Torino nel 1955, si è laureato in medicina nel 1980 per poi specializzarsi in medicina del lavoro nel 1984 e in endocrinologia nel 1991. Autore di oltre cento pubblicazioni sul diabete e sulle malattie metaboliche è […]
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