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Zero appetito e interesse per il cibo

Salve, sono una donna di 42 anni e per tutta la vita ho avuto un appetito spropositato per i dolci e i carboidrati che mangiavo in quantità e anche di nascosto, arrivando a palleggiare ogni anno fino a 30 kg a fasi alterne regolari. Nel 2016 mi hanno diagnosticato bipolare del tipo I e assumo da allora Carbolithium regolarmente. Perdere peso con questo farmaco è un’impresa titanica e ci si sente appesantiti dalla ritenzione idrica come una enorme spugna da strizzare. La scorsa estate mi è stata diagnosticata l’ADHD combinata e cronica dall’infanzia. Sono stata curata e lo sono tuttora con evidente successo con il Ritalin (metilfenidato cloridrato) che mi ha fatto provare l’ebbrezza di un baypass gastrico senza alzare un dito.

Ho perso 20 kg in 2 mesi mantenendo un discreto tono muscolare e un’energia lontana dalla soglia maniacale. Ho smesso però di avere desiderio, interesse e piacere nel riempirmi la pancia con il cibo. Agli inizi mi dimenticavo perfino di mangiare e saltavo più pasti in sequenza senza averne la consapevolezza o perfino una risposta fisica diversa dalla sete. Mi sono levata l’opprimente pensiero fisso di anticipare la fame e trovare ovunque del cibo di mio gusto. Ora invece mi sazio con poco e niente, prevalentemente cibo semplice e sano in direzione vegetariana ma poco variato perché per me è quasi tutto uguale. Per la cura di ADHD mi hanno istruito a limitare tutti gli zuccheri, evitare coloranti chimici, caffeina ed altri eccitanti similari (teina e teobromina) e alcol anche come conservante (etilene). Negli alimenti industriali avverto subito gli aromi artificiali, il retrogusto unto degli olii vegetali usati al posto del burro e gli zuccheri nascosti ma posti a correggere l’acidità e ad aumentarne la palatabilità.

Infine certi cibi non riesco più a mangiarli perché semplicemente sanno di medicina, siano essi dolci o salati, e a occhi chiusi mi sembrerebbe di addentare tutt’altro. Sono in cura con una dietista da qualche mese che insiste a farmi mangiare 5 volte al giorno secondo il mio “piano di equilibrio” e in ogni pasto principale mi si prospetta un primo, un secondo proteico con verdura, pane e frutta. Quando devo mangiare mi sento morire: sforzarmi così mi induce solo vomito e disgusto. Quando sono arrivata da lei pesavo 90 kg e avrei trangugiato anche la sua scrivania durante il primo colloquio. In risposta a questo mi diede il piano succitato con cibo in apparentemente abbondanza e vario per non farmi sentire costretta e per poter poi progressivamente ridurre le dosi. Funzionava alla perfezione e mi motivava a proseguire anche se dimagrivo molto lentamente. Ora questo stesso modello in dosi minime già mi pesa e purtroppo pur parlandone non mi sento compresa. Non sono più la stessa donna di 6 mesi fa ma a quanto pare, a parte il peso indicato dalla bilancia e le diverse taglie di vestiti esibite, chi mi deve consigliare a mangiare in base alle mie nuove esigenze mi fa orecchio da mercante come se quello schema fosse l’unico esistente. Vorrei il suo parere per non arrendermi a un fai da te che mi hanno prospettato anche altrove essere potenzialmente pericoloso per la mia salute.

Grazie di cuore.

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