Buongiorno Prof. Carpiniello,
Vorrei un suo parere sulla situazione di mio figlio e
in particolare sul comportamento che dobbiamo tenere con lui. Non neppure so se e’ pertinente con la sua
professione o con quella di uno pscologo.
Ha 28 anni e dall’eta’ di 18 cambiando amicizie e’
entrato nel mondo degli ultra’e le conseguenti denuncie per le violenze nello stadio.Sicuramente sotto
l’effetto di droghe, forse per sentirsi importante nel
gruppo,forse per altri problemi che non abbiamo recepito. Da bambino era molto discolo,oggi sarebbe stato definito un bambino iperattivo,in cerca di attenzioni e sicuramente ansioso.
E’ stato in carcere per spaccio e attualmente e’ in una comunita’ di recupero.Sembra che abbia capito il male che ha fatto a se stesso e a noi genitori, ma non sappiamo come rapportarci con lui nei colloqui. L’istinto e’ quello di rinfacciargli e farlo sentire in colpa per i danni esistenziali che ci ha causato, ma in comunita’tendono piu’verso un dialogo soft.
E’ questa la nostra incertezza,perche’ non vorremmo
sbagliare una seconda volta, quando finira’ questo percorso. La ringrazio, cordiali saluti Rosalba
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