Gentile dottore ho sempre saputo di avere una cisti di naboth posizionata sul collo dell’utero e grande circa 3 cm, comparsa in seguito ad una gravidanza. Questa diagnosi mi è stata confermata da diversi ginecologi. Da circa due mesi ho delle piccole perdite ematiche vaginali conseguenti a sforzo durante la defecazione (in una occasione dopo un rapporto). Preoccupata e non avendo ricevuto una spiegazione dalla mia ginecologa, effettuo una ecografia transvaginale, da cui risulta che non si tratta di cisti, bensì di mioma. Decido di sentire il parere di un altro professionista, il quale manifesta la sua perplessità nel visionare l’ecografia, in quanto, pur essendo scritto “formazione solida ipoecogena a contorni netti con segnali di flusso al suo interno, riferibile a mioma”, lui afferma che è di colore scuro e farebbe pensare ad una formazione liquida. Tre anni fa feci una colposcopia da cui risultava trattarsi di mioma. La mia domanda è come si può distinguere con certezza una cisti di naboth da un mioma? Lei capisce la mia preoccupazione in quanto se si trattasse di mioma mi è stato detto che devo asportarla chirurgicamente con il rischio anche di una isterectomia. Considerato che ho 43 anni e vorrei una seconda gravidanza, una diagnosi certa per me è importante, non vorrei correre il rischio di fare un intervento per poi scoprire che si trattava di una cisti. Inoltre, se si trattasse di mioma quale alternativa c’è oltre all’intervento chirurgico? Grazie.
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